Scrivere di Thomas vuol dire innanzitutto guardare con attenzione le sue inquadrature, scavare nelle ombre e nelle luci dei suoi bianchi e neri, cercare tra i passaggi di grigi, tra la scelta dei diaframmi, tra i colori che vincono sulle conversioni. La ricerca del suo modo di vedere e di sentire, passati in rassegna questi indizi, conduce ad un occhio curioso, che si dibatte tra slanci e silenzi. Un occhio e un'anima che hanno bisogno della partecipazione e della riflessione. I suoi contrasti spesso sono netti, il segno deve incidere più che spalmarsi, i bianchi e i neri sono materici, quasi tridimensionali. Ma allo stesso tempo possono divenire eterei, leggeri. C'è sempre una costante attenzione agli elementi che tratta: le sue foto si fanno d'aria, d'acqua, di cielo o di terra a seconda della vicinanza. Ogni volta, prima dello scatto, lui prende con sé una grande boccata di mondo, è parte di quel momento.